Una metafora organizzativa: gli uomini e la banca

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21 giugno 2020

Consideriamo il caso di una tipica organizzazione, certamente sistema sociale: la banca. In un passaggio da una famosa scena del libro Furore di John Steinbeck, l’autore scrive:

La banca è qualcosa di diverso dagli uomini:  ogni uomo in una banca odia quello che fa la banca, eppure la banca lo fa. Vi dico che la banca è qualcosa di più degli uomini. E’ il mostro. Gli uomini l’hanno fatta, ma non la controllano.”

Quindi descrive un mezzadro che sta per essere sfrattato mentre affronta un uomo su un trattore che sta per distruggere la sua casa. L’uomo sul trattore cerca di ragionare con l’agricoltore e il suo fucile:

Non sono io. Io non ci posso fare niente. Se non lo faccio mi licenziano. Ma mettiamo pure che m’ammazzi, lo sai che succede? Succede che t’impiccano, e molto prima che t’impiccano arriva un altro trattorista e ti butta giù la casa. Ammazzeresti la persona sbagliata.”
“Capisco,” diceva il mezzadro. “E a te chi te li dà gli ordini? Andrò da lui. E’ lui quello da ammazzare.”
“Ti sbagli. Lui prende ordini dalla banca. La banca gli ha detto: ‘O fai sloggiare quella gente o perdi il lavoro’.”
“Be’, questa banca avrà un presidente, avrà un consiglio d’amministrazione. Nascondo il fucile in un giornale e vado in banca.”
Il trattorista disse: “Un tizio m’ha detto che la banca prende ordini dall’Est. E gli ordini erano ‘O quella proprietà fa profitti o vi chiudiamo’.”
“Ma dove finisce questa catena? A chi possiamo sparare? Non mi va di morire di fame senza ammazzare l’uomo che mi fa morire di fame.”
“Non lo so. Forse non c’è nessuno da ammazzare. Forse non c’entrano gli uomini.

Forse non c’entrano gli uomini “ sembrerebbe un paradosso, eppure chiunque abbia avuto la ventura di imbattersi in una organizzazione, quale una banca, una pubblica amministrazione o un’azienda, ha certamente ben presente che è difficile individuare qualcuno “da sparare” (metaforicamente, è ovvio) nel caso abbia subito un torto, un disservizio o non riesca a far sentire le proprie ragioni. La cesura tra organizzazione e persone è ancora più evidente nel caso opposto, ovvero quando riceviamo un favore o un buon trattamento da un’ organizzazione. In quel caso ringraziamo la “persona” che si è adoperata a far fare all’organizzazione qualcosa che essa non prevedeva o non era in grado di fare e quella persona ha trovato il modo di aiutarci senza che l’organizzazione stessa se ne accorgesse. Detto in altri termini un singolo, che fa parte dell’organizzazione, ha fatto fare all’organizzazione qualcosa che l’organizzazione non poteva fare, non necessariamente creando un danno ma certamente diversamente da quello che l’organizzazione aveva previsto di fare. Sappiamo che il “favore” è stato possibile grazie a quella persona e ringraziamo lei invece che l’organizzazione di cui fa parte e che in quel momento rappresenta. Un altro paradosso!

...c'è più bisogno di saperi che diano orientamenti di quelli che danno soluzioni.

E’ evidente allora che in questo caso, come in altri simili, trova fondamento l’affermazione finale del brano di Steinbeck.
Dunque è legittimo chiedersi: se gli uomini non c’entrano con la banca (o altre organizzazioni) in che relazione sono con esse?

Consideriamo allora organizzazioni ed esseri umani soggetti autonomi che interagiscono. Per spiegarci  come ciò possa essere possibile, chiediamo aiuto alla Sistemica  e alla sua metafora sistema-ambiente. Un sistema è sempre tale rispetto ad un ambiente dal quale si differenzia grazie ad operazioni specifiche. Una volta costituitosi il sistema continua a relazionarsi con il suo ambiente grazie a scambio di informazioni, energia, materia ma mantiene la sua autonomia da esso in virtù delle sue specifiche operazioni.

Riprendiamo il caso illustrato da Steinbeck e rivediamolo da questa nuova prospettiva al fine di cercare di spiegarci la sibillina considerazione finale in merito alla banca: Forse non c’entrano gli uomini.

La banca si è costituita rispetto al suo ambiente grazie a specifiche “regole” che si è data (da un punto di vista della Teoria dei sistemi Sociale, queste sono speciali comunicazioni: le decisioni). Le persone che ne fanno parte non sono altro che “ambiente” che sostengono tali decisioni, ma sono cosa diversa rispetto ad esse. La decisione di espropriare il mezzadro è frutto di una catena di numerose decisioni non attribuibili ad un singolo soggetto: le decisioni scritte per stabilire il funzionamento della banca, quelle prese da altri, in virtù di queste, per specificarle meglio ed adattarle a sopraggiunti cambiamenti, e così via.
Come è facile intuire non è possibile addossare ad una singola persona la responsabilità della decisione di quello sfratto. Dunque gli uomini “non c’entrano”, ma c’entra la catena di decisioni sostenuta e realizzata dagli uomini.

Se qualcuno avesse voluto decidere di accontentare il mezzadro, è facile immaginare che avrebbe infranto il criterio di appartenenza alla banca e sarebbe stato estromesso. Al suo posto sarebbe venuta un’altra persona che avrebbe sostenuto la stessa decisione di prima. La banca dunque, come qualsiasi organizzazione sociale, continua ed esistere grazie a questa catena di decisioni che è il modo con il quale la banca continua ad esistere nel tempo.

Questo differente paradigma ha il vantaggio di aiutare a separare due domini (nel nostro caso le persone e la banca come organizzazione) che, seppur interdipendenti, hanno una loro identità distinta. Dunque Steinbeck ha ragione quando scrive “Forse non c’entrano gli uomini”.

Ma allora che significa “gestire” un’organizzazione?

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