I mercati sono “osservazioni” delle organizzazioni
5 marzo 2020
L’osservazione può essere considerata una distinzione nell’ambiente che ci circonda. Se osserviamo qualcosa significa che non osserviamo altro, dunque abbiamo fatto una operazione di distinguo la quale ci consente l’osservazione. Operando in questo modo abbiamo spostato l’attenzione dall’oggetto da osservare all’osservazione stessa intesa come selezione di che cosa osservare.
Per poter effettuare una distinzione, e dunque un’osservazione, abbiamo bisogno di un demarcatore ovvero qualcosa che ci consenta di realizzare la distinzione tra ciò che osservo e ciò che non osservo, tra l’oggetto e tutto il resto (ambiente). Se ad esempio consideriamo un foglio bianco come un ambiente indifferenziato e tracciamo un cerchio, il tracciato ci consente di far distinguere ciò che è dentro e ciò che è fuori di esso e consentirci cosa osservare: dentro o fuori il cerchio appunto. La distinzione dunque ha creato l’osservazione; se avessi disegnato un’altra figura geometrica l’osservazione sarebbe stata diversa, pur mantenendo una relazione forte tra l’oggetto e il suo ambiente (senza il foglio non avrei potuto tracciare il cerchio). Dunque il cerchio divide lo spazio ma, una volta fattolo, unisce col suo confine il dentro e il fuori.
Un punto centrale di questo concetto di osservazione è che una volta tracciata la distinzione e si è dentro (o fuori) di essa non è possibile vedere la distinzione che costituisce l’osservazione ma solo un lato di essa (appunto il dentro o il fuori del cerchio). La distinzione diventa allora il “punto cieco” dell’osservazione. Per vedere il tutto bisogna mettersi fuori ma, così facendo, dovremo definire cosa significa “fuori” e faremo un’altra distinzione con un altro punto cieco.
Un esempio più chiaro di cosa sia il punto cieco lo si trova proprio nell’occhio. Esistono vari semplici esperimenti che ci mostrano come un singolo occhio non vede tutto ma ha una zona d’ombra. Essa corrisponde al punto in cui i fasci nervosi si riuniscono e formano il nervo ottico che porta i segnali visivi al cervello. Senza di esso non potremmo percepire la visione in quanto ciò che l’occhio vede rimarrebbe… nell’occhio stesso (e forse non si potrebbe nemmeno parlare di visione). Un altro esempio ancora più semplice è considerare un punto nel quale ci mettiamo per ammirare un panorama. Ruotando la testa possiamo vedere tutto tranne dove abbiamo messo i piedi. Quello è il nostro “punto cieco”. Certamente possiamo guardarci sotto spostandoci ma, così facendo, creeremo un altro punto cieco, e così via. Possiamo dire allora che l’osservazione intesa come distinzione ha la necessità di un punto cieco per poter essere effettuata; questa corrisponde alla distinzione scelta.
Se nei sistemi biologici l’atto osservativo necessita di un organo di senso, la vista ma anche il tatto o l’udito per le dimensioni non visibili, nel caso dei sistemi psichici e sociali l’osservazione intesa come distinzione non ne necessita. Essi sono in grado di operare distinzioni scegliendo tra pensieri che vogliono pensare e tralasciando quelli che non vogliono pensare, comunicazioni che effettuano e quelle che non effettuano. Ad esempio le organizzazioni osservano l’ambiente attraverso specifiche distinzioni che decidono. Di fatto queste corrispondono ad una loro costruzione dell’ambiente e rispetto ad esse agiranno e la considereranno come vincolo.
Da qui discende un altro aspetto importante che fornisce un primo chiarimento al quesito iniziale: non esiste alcun punto di vista oggettivo (lo sguardo di Dio è solo suo) che comprende tutta la realtà. Infatti ognuno dal suo punto cieco (inconsciamente) scelto costruisce, in base al meccanismo descritto prima, la sua rappresentazione dell’ambiente realizzando le osservazioni basate sulle distinzioni scelte. L’ambiente, nella sua specificazione completa e dettagliata, è dunque una libera costruzione dei sistemi, anche sociali come le organizzazioni, che hanno la facoltà, se ne hanno le “capacità”, di effettuare le distinzioni che vogliono.
Certo vi sono dei vincoli di cui tener conto, ma anche questi fanno parte delle distinzioni scelte. Ad esempio la gravità che ci tiene incollati a terra è un vincolo, ma per i fratelli Wright fu una distinzione che li spinse a considerare una macchina che potesse sottrarsi ad esso e… inventarono l’aeroplano.
Tornando al titolo di questo post, siamo in grado di dare una spiegazione sistemica al fenomeno. Il mercato, inteso come ambiente nel quale opera l’organizzazione aziendale, è una costruzione di ogni singola organizzazione. Ad esempio certamente esiste il mercato delle automobili, ma un signore chiamato Elon Musk ha creato un’organizzazione che osserva questo ambiente in modo totalmente nuovo, l’auto elettrica, che altri che pure guardavano LO STESSO MERCATO non hanno eseguito.
Come già detto l’organizzazione osserva il mercato facendo distinzioni e ne costruisce una sua propria immagine rispetto alla quale poi agirà, oltre a considerarla un vincolo (la distinzione diventa punto cieco). La qualità delle distinzioni incideranno sulla qualità delle osservazioni e delle successive costruzioni. Da qui discende un’altra importante conseguenza: se un’organizzazione invece di fare la propria costruzione adotterà quella di altri, così facendo auto-creerà la competizione. Dunque, adottando questo punto di vista, lo “scenario competitivo” non esiste nel mercato ma è una conseguenza dell’incapacità dei competitori di costruirsi una immagine propria del mercato.
In conclusione allora molti dei problemi delle organizzazioni aziendali traggono origine dalla cattiva qualità delle loro osservazioni. Un compito di chi si occupa di organizzazione, i manager ma soprattutto le funzioni dedicate come quelle delle risorse umane, dovrebbe essere quello di fornire di continuo nuove modalità di osservazione, riconoscendo i punti ciechi attuali che non sono più adeguati, e stimolare esercizi di esplicitazione e decisione in accordo ad esse (Progettazione Strategica).
L’esercizio non è sempre facile, ma è alla base del processo continuo di adeguamento e modifica dell’accoppiata azienda/mercato dunque della vita organizzativa. Partire da questa base consente di essere più efficaci nelle pratiche consolidate della gestione dell’organizzazione. Infatti senza questa solida piattaforma di scopo (costruire la propria osservazione del mercato) esse si riducono esclusivamente a costosi esercizi buoni a giustificare solo chi li propone.